venerdì 29 dicembre 2023

Ricordi di un vicolo stanco

 

Uno strano ingordo silenzio, vedo passarmi accanto.

Esso beve dalla mia acqua e si disseta al freddo di un dicembre placido perché non inquieto.

Lungo il vicolo disseminato d’orme e ombre, si avvia.

 

Questo è l'incipit di un pensiero oramai frequente alla vista e in odore e in sapore di luoghi

cari cozzanti alla memoria che di eternità e in beltà  tengono e incoraggiano memorie.

 

Fermo il respiro adagiato sul grigio manto: l’assolo è melodioso in un canto non tedioso!

 

Indosso ciò che resta e percorro il passo,

spolvero la polvere senza incanto.

Vecchie mura, fredde pietre, muti sassi gettati

alla deriva di un principio che ne decretò la fine.

 

Niente ormai, solo silenzi senza impronte al silenzio ovattato chiuso al buio inargentato.

Al cuore si rincorrono le voci, agli occhi si manifestano gli echi e al tatto si attraversano le stanze e, senza indugio e senza fretta, eccomi dentro il vivo della memoria: pallori e vecchie giunture, pelle diafana e occhi azzurri e bianco e canuto il capo, vivi e belli gli occhi del cielo.

 

Poche memorie, poche visioni, il film è un replay di una pellicola consunta.

 

Rita Vieni

sabato 23 dicembre 2023

Note

 

Note natalizie vibrano nell’area collinare in un inverno al suo esordio e il silenzio intorno, dei dintorni, ascolta lietamente la melodia con l’eco in riscontro.

I rumori urbani vibrano ai muri e il rintocco di un orologio, aggiustato tantissime volte, tocca piacevolmente l’udito.

E’ giorno ormai inoltrato e la luce filtra chiara e calda e si arrampica senza dubbi su pareti colorate.

Mi appresto come di consueto ai programmi della giornata non tralasciando il solito sguardo al cielo, al verde intorno, al quotidiano di un presente che mi rasserena.

Il suo tepore mi avvolge come una coperta calda!

Intanto le note pian piano scemano ed io orfana della musica di un’intonata nenia di cornamuse tiro a me le imposte e rompo un silenzio che non vuole diventare assordante.

Il Natale è ad un passo da me, dietro l’uscio e mi aspetta sereno e vivo.

Amo il Natale!

Così è!


Rita Vieni




 

Giorni di festa

 

Apro gli occhi alla poca luce che filtra dalle imposte e il profumo natalizio mi dà il suo personale buongiorno e, esorta le emozioni a sciogliersi dentro l’abbraccio quotidiano di riti e tradizioni  di un paese collinare dal manto grigio coperto di foglie e di sassi, imbevuto d’anime in cerca di sorrisi parole e gesti benevoli.

La stanza è ancora immersa nella penombra, circondata da pareti colorate in cerca di movimenti e da subito ne avverto distintamente presso le linee un piacevole tepore magico.

Concentro i pensieri e mi avvolgo nella luce risorta.

Guardo ogni tutto con una ipotiposi d’artista e ascolto l’aria frizzante dentro un tepore fuori tempo e miro il paese, ancora silenzioso reduce dalle notti musicali di cuori festaioli, dignitoso nei suoi tempi trascorsi.

Le luci natalizie accese svegliano gli ultimi dormiglioni, mentre pian piano i rumori quotidiani riprendono come consuetudine.

L’umidità notturna segna l’asfalto marcando i passi sottili e l’erba della campagna, bagnata e fredda, intonsa di profumi e gli alberi spogli, tra i rami, gelosamente trattengono a forza le poche foglie sopravvissute.

In questo paesino piccolo e usurato, dalle mura diroccate e preda dell’edera e ai numerosi echi vuoti, risalta e quindi regna il sapore d’antico.

Tante, troppe, le numerose case chiuse e ammuffite vigilanti ai giorni e nelle strade strette e colorate da macchine in sosta, si affacciano molti visi segnati dal tempo.

Natale sta arrivando, Natale ieri è giunto, ormai trascorso e celebrato e non mi resta un riepilogo di tutte le sensazioni ed emozioni che hanno condotto mie ragioni non tralasciando pensieri, opinioni, relazioni e considerazioni.

Alla sera presso il tono allegro e ciarliero di una fiamma avvolta dal calore, guardo il cielo con le sue luci e attendo serena e pacata la fine della giornata.

 

 Rita Vieni





Profumo natalizio

 E' sera e in questo preciso istante rievoco un passato fugace non scolorito dal tempo ma rinverdito dal profumo natalizio che si sprigiona da questa seduta.

QQuanta dolce arrendevolezza alle membra!

Percepisco un languore che precipita sugli arti e rilassa la mente che, si affida a quella sera di fine dicembre (ormai lontana al tocco) e, ripensandoci bene guardando intorno, mi ritrovo seduta nel medesimo posto con postura e sentimenti gemelli ad osservare un buio  illuminato da sfere intermittenti.

Le luci natalizie si stagliavano placide sotto il manto oscuro, il freddo ghiacciava solidificandosi lungo i bordi di una strada poco battuta e le magre voci intorno tagliavano la realtà incurvandosi dentro una collina ormai preda di varie illusioni, di situazioni inclementi, di emozioni latenti, di sentimenti in vetta a generosità prive d'egoismo e i sorrisi, i sorrisi, sgorgati dal cuore parlavano d'amore.

La mia condizione umana mi sollecita a ripercorrere strade consumate per parlarmi di vita spesa e per ammonire da negatività e suggerirmi modi e tempi per non alterare un'armonia che scorre invisibile lungo arti agili e ancora ilari.

Ricordo gli occhi bere da un’assente luce e ascoltare l'aria soave e fragrante e come i canti di Natale, reiterati lungo gli anni della mia crescita.

Essi si catapultavano in mente, saltando e danzando lungo sentieri privi d'erba.

Ancora oggi si arrendono, senza affanno in questo dì d’affanni, di malinconia, di nostalgia.

Ahi, così lontani gli anni ora che li scopro ancora caldi e fumanti, così remota ma viva questa emozione che culmina in un candore senza colpe, così  nitida questa bellezza natalizia!

Non riesco a spiegare ciò che provo, sento un alito di forza stendersi ai miei piedi e correre senza tregua!

Sì al presente e sì al passato presente che come banchetto si offriva ed offre all'ospite partecipando, con  cuore puro, alla magia che la nascita di Gesù sparge in grazia su tutte le genti di buona volontà.

Io amavo ed amo, io vivevo e vivo, allora come adesso l'avvento, la dolcezza percepita e alimentata nel cuore di una bimba ora donna, ora madre che guarda con speranza, con gioia e con umiltà quella cometa che indicherà la via per giungere presso dimore ove dimora la pace nelle mani e la parola nella bocca che grida gioiosamente grazie al Redentore.

 

Rita Vieni




giovedì 5 ottobre 2023

Il dolore

 Il dolore non si insegna ma da esso si impara.

Il dolore non si reprime ma si scopre dalla coltre ove è avvolto e lo si lascia andare pian piano.

Il dolore è la via che apre la strada alla serenità del viandante reduce da un lungo peregrinare.

Si apprezza l'assenza dopo averne aspirato l'essenza!

 

Rita Vieni

 

Tra

 

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e tra l’oggi e l’antico il domani si vendicherà nemico.

Tra la menzogna e la verità, la ragione del mite s’inginocchierà al ghigno beffardo d’una maschera che sorriderà.

Tra lacrime di gioia e lacrime di dolore, la fonte s’asciuga per l’esondazione.

Tra l’emozione e l’indifferenza i muri a scrostarsi dal tempo imperante e tra dubbi e certezze la paura compagna promossa all’esame dei vinti.

Tra l’essere e non essere, il dover essere a debuttare sul palcoscenico sotto la regia del burattinaio e tra il dovere e l’imposizione, il dito puntato senza motivazione  annerito di ogni ragione.

Tra cuore e ragione, intermediario si pone il tempo a colmare i vuoti e i baratri.

Tra il mare e la montagna, la collina che si bagna al sole e al verde intorno.

Tra l’arido terreno incolto, i fichi d’India sorridono fra le spine.

Tra il tra e il mai, un binario morto staziona nell’asfalto dei sensi.

 Rimosso, arato e coltivato dimora in armonia in ogni stagione!

 

Rita Vieni

mercoledì 4 ottobre 2023

Ottobre

 Cammino e il frantumarsi di un legnetto sotto le suole mi avvisa del percorso non pulito di un suolo autunnale.

I rami sono ovunque, le rosse foglie sparse sotto i tronchi possenti di non avvizziti alberi e i profumi del bosco in effluvi dilagano nel variopinto collinare.

L’autunno già da giorni presiede il paesino che assume così un fascino tutto suo, particolare e paesaggistico.

Nel cielo le nere pennute ali si librano senza costrizioni e confini, il tubare dei piccioni giunge a terra in un eco prolungato e non assordante.

E mi fermo a guardare.

E mi fermo ad ascoltare.

E mi fermo ad immortalare.

Ad immortalare l’attimo colmo di colori e di cori.

Il fruscio delle fredde foglie aranciate a terra sposta l’attenzione verso il terreno scuro e avanzo lungo un tratto non battuto che presenta rami spinosi e nodosi.

Pensieri, verbi, parole incalzano suadenti ed io mi beo nel tutto.

Una pittrice vorrei essere!

Vorrei poter assaporare quei colori naturali, generosi ed esplosivi ma, tal dono non mi appartiene!

Ottobre è inebriante, è profumato, è valorizzato da un azzurro limpido e da sere lunari

chiare.

La luna, tondeggiante o a spicchi domina un mese autunnale.

E così si sciolgono i giorni in attesa di un inverno sempre più vicino.

 

Rita Vieni


Una storia da narrare

 

Un incipit per una storia da elaborare e da trasmettere ha sempre un esordio incerto.

Esso vaga nella mente, spaurito e sperduto, tenta con parole poco spontanee di attirare attenzioni e partecipazioni attente.

Ma sappiamo che non tutto è facile, non tutto sorre su binari tranquilli, su mari non in burrasca, su superficie lisce.

Le parole non seguono pensieri chiari.

Si scrivono e si annullano nella ricerca spasmodica di argomenti, di tesi, di vicende, di tutto e di niente.

E poi, poi, la mente si rilassa, gli occhi indagano e sondano attenti e vivi perché conoscono i tasti da digitare.

E’ un tranquillo pomeriggio di settembre e tutto non tace.

La televisione trasmette la solita commedia di Natale (lo so, lo so siamo in autunno ma, le storie sotto gli alberi innevati e il manto bianco e Babbo Natale compiono sulla me ancora bambina una magia che non conosce tempo) e fuori il cielo sonnecchia pigramente in una stagione dai colori aranciati e dal profumo di mosto sprigionato dai tini in fermentazione.

L’autunno ha il sapore di vino di vigne sicule, vigne dal colore nutrito dal sole splendente e da una terra forte e generosa.

Il viola scuro ricorda antichi baccanali, danze succinte e vizi e fasti.

Il giallo ricorda l’afa e colline dai pendii verdi e piene di fichi d’india.

Serenamente guardo i dintorni e le sagome e i fruscii e l’insieme degli elementi che compongono un puzzle naturale e straordinario.

La realtà di questo tutto mi rasserena!

Adesso il nero predomina, le tinte azzurrine spodestate dai toni scuri e profondi.

Quando scende la notte mi ritrovo a vagare con le pupille non stanche dietro i vetri della finestra in cerca di ombre per immaginare nuove storie e nuove parole.

La calma appartiene a pareti chiare e accoglienti ed io distesa (ormai è un rito) su di un comodo lettino ascolto il lento scorrere del tempo e mi avvio (modo di dire) verso il mio domani.

martedì 3 ottobre 2023

Danzo e sogno con ali di speranza

 Scrosciano le gocce dal cielo dentro tetti rossi, rumoreggiano agli occhi, guardano in memorie remote.

Eccole soavi bagnare panni stesi al sole di una ultima estate collinare.

Effonde il profumo di tela inzuppata di bianco candore in dì rosseggianti di amori e passioni, di mere illusioni, di invasioni di fantasie senza verità e realtà.

Pallido il cielo, irrorato il secco prato intonso di passato, danzo e sogno con ali di speranza.


Rita Vieni



 

Ciao settembre 2023

 Ed eccomi qui!

Ultimo giorno di settembre!

Apro gli occhi e getto lo sguardo al chiarore di una mattina soleggiata e apparentemente senza sorprese.

Rifletto sulle intenzioni di una volontà a tratti smemorata, pigra e poco collaborativa.

Ho voglia d’aria pura, di novità, di rompere con i soliti schemi dai riti sempre uguali e mai diversi.

Sì, ho voglia di libertà, di bagnarmi negli ultimi raggi di sole sulla pelle.

Ho voglia di ambienti diversi.

Intanto la colazione è d’obbligo e poi, poi, programmerò il mio tempo.

Tra il dire e il fare, tra gli obblighi e i doveri, tra mille incombenze e varie ed eventuali, la sera si presenta d’improvviso ed io non posso che salutarla senza aver prima apprezzato un settembre in fuga.

Che dire?

Alla prossima!

 Rita Vieni







Ricordi di un vicolo stanco

   Uno strano ingordo silenzio, vedo passarmi accanto. Esso beve dalla mia acqua e si disseta al freddo di un dicembre placido perché non...