martedì 14 ottobre 2014

ASCOLTO

Ascolto il silenzio silenzioso dal colore verde pallido, macchiato dal marrone bruciato, secco dal fango e abbandonato alla incuria del tempo: marcia la foglia staccata dal ramo che pendula e obliata accetta se stessa nel tappeto di foglie sotto l’albero ove ai piedi giacciono recise.
Quanto silenzio intorno a me!
Non ascolto il lieto garrire delle rondini, lo stridulo grido ne annuncia il passaggio, dalla vasca muschiata del vicino non odo il concerto delle rane, il rospo dorme sotto il manto bruciato, mimetizzato.
Non ascolto l’allegra cicala che incurante e poco accorta, canta alla vita e alla bella vita.
Non ascolto la natura desta o infiorata: nella stagione appena trascorsa essa si gongolava al sole cocente, schierata,  dalle siepi adorne di fichi d’India, con i rovi e i gelsi, con i colori delle verdure negli orti.
Adesso, viaggiatrice del passato, rifletto allo specchio il modo definito del passato, adagiato e ammuffito in scatole magiche: apri alla mente la visione adornata d’antichi ricordi, di bambina dentro l’aia a correre dietro al pio pio costernato, in gioia porgere l’udire allo stornello intonato del canarino.
Eccomi a perdifiato lungo la discesa spezzata da fiori, erbacce e sassi.
Eccomi alla mia altalena.
Eccomi allo sguardo porgermi al cielo: la mia speranza nel domani mi riporta lieta e serena a questo futuro.
In maturità scrivo nella mia dimora: segnata dal tempo trascorso, invecchiata al cuore e ai pensieri, dalla pelle rosea pallida, dai capelli derisi dal tempo, fili bianchi osservo e ricompongo, chiudo la scatola e ripongo in soffitta, presto alla non sconfitta ritornare, gioire e rinverdire, per rinfrancare lo spirito e alleggerire pensieri.
Qui adesso sorrido al mattino autunnale, alla virtuale panchina del tempo, ove seduta commemoro il pensiero e attendo solitaria, sotto l’albero arso d’estate e orfano, spoglio dalle foglie, la prossima stagione: quasi ne avverto il freddo pungente, la neve adagiata sulle gambe e il respiro reso puro al soffio delle nuvole.
Ascolto e sorrido, chiudo la pagina di questo diario e percorro al reale la vita seduta con me che attende l’azione e le parole!


Rita Vieni



Ricordi di un vicolo stanco

   Uno strano ingordo silenzio, vedo passarmi accanto. Esso beve dalla mia acqua e si disseta al freddo di un dicembre placido perché non...