lunedì 28 aprile 2014

IL TEMPO

Dorme appisolato su colline verdi, tra i fiori e alberi contagiati dalla felicità della natura.
Nel pomeriggio di una primavera fresca di speranza il sole vagabondo, decide di salutare, nascosto tra nuvole che tingono di nebbia il cielo.
Abbandonato l’azzurro, l’aria è satura di malinconici odori, di errabondi insetti trasportati
dal cieco vento che sbaglia mira e scaraventa un punteruolo rosso su di un balcone assente di rumori.
Tutto tace, l’urbanità rallenta, i luoghi assorbono il lento costante del movimento, visi, voci e natura, si mirano in comunione.
Assorta assorbo l’andante lento, allungo le braccia avvolgo il mondo e mi allontano!

Rita Vieni


Ricordi di un vicolo stanco

   Uno strano ingordo silenzio, vedo passarmi accanto. Esso beve dalla mia acqua e si disseta al freddo di un dicembre placido perché non...