domenica 14 settembre 2014

PERCHE' I SILENZI

Quando i silenzi si fanno opprimenti, reale è la percezione del vuoto intorno, delle voci affievolite, dei mancati sorrisi, del magone, dei desideri, del baratro nel quale si è caduti, tutto ci sembra inutile e, la solitudine riempie gli occhi di liquido incolore, incapace di traboccare.
Il cuore grida, vaga per le sue stanze silenziose, non alza bandiera bianca, troppo orgoglioso e tronfio di sé.
Si ritorna nei percorsi incriminati, si riavvolge la pellicola incapaci di afferrare il tempo frontale e dire: “Scusa”!
Si ritorna al prima e si recita il dialogo senza monologo, ma ancora una volta la spinta all’autodistruzione sotto forma di inquietudine, ansia, attesa.
Eppure, tu non vuoi la solitudine, ami le voci, i sorrisi, i volti, le chiacchiere, ami il tutto intorno, ma l’incapacità e l’essere se stessi, cozzano, si rifiutano alla collaborazione.
Sul far della sera, ti ritrovi seduto tra i perché, vorrei, basta, la mente piena e il cuore desolato, gli occhi candidi e la parola dissidente, ma ti ritrovi al quasi buio senza aver chiesto scusa con un orgoglio quantificato dall’irragionevolezza unica tua pecca nell’io troppo chiuso in sé da ferite profonde antiche.
La quiete preghi, a risorgere dal fondo melmoso, le rane del pantano ti guardano e beffano, il rospo si riempie tronfio a sfidarti su chi è più ottenebrato dei due.
La salvezza aneli, intanto che getti basi d’inchiostro su un foglio bianco.

Rita Vieni







BUONANOTTE

La mia luce del giorno si inoltra al tramonto e malandrina adesso brilla la luna, rotolandosi nel cielo del silenzio.
La mia voce tace al sussurro in alito di vento trasportato dalle stelle.
Rotola la mia ombra, si veste con il nero d’intorno, avvolge le sagome e muove dei pensieri giacenti alla mente.
Oscuro e imo, nudo, in anima, il profilo s’aggira non sperduto tra i ciottoli della via.
Il suono della civetta osserva i pallidi respiri dell’umano sentire.
E’ notte e tutto s’addorme, rumoreggia sull’asfalto il passo svelto e grave dell’orma senza impronta: l'effimero in agguato!
Domani i pensieri riempiranno di nuovo il giorno, alla calura del sole di settembre, l’ansia e la vita si specchieranno al caldo dell’imminente autunno.
E intanto brilla nel cielo la stella di ogni desiderio, concedo tregua alle emozioni, dichiaro il dire sollecito e di corsa il mio commiato.
BUONANOTTE ad ogni respiro del mondo, buonanotte a voi amici, buonanotte agli affanni di dì d'inganni.
Presto il nuovo giorno 

Rita Vieni





BUONANOTTE

La notte si presenta in ali colorate, su un nero mantello scivola tra i pensieri della gente.
Chi la attende, chi la respinge, chi la teme, chi la brama.
Ogni notte ha un profumo personale sempre diverso, il buio è profondo o pieno di lucine misteriose.
Ogni notte attendo sveglia il buio pian piano impossessarsi della mente, quietarsi ai soliti problemi e salire sulla giostra colorata dei sogni: in sogno da adesso sotto lo sguardo di occhi attenti e del sorriso di una luna sorniona.
BUONANOTTE a voi notturni, buonanotte a voi amici, affidiamoci ad occhi chiusi alla magia del rinnovato desio 

Rita Vieni

BONANOTTI

Romeu talia ‘sta luna stasira quantu eni bedda!
Chi dici ‘a facemu ‘na cantata cu 'sti stiddi stasira, tu soni e iò cantu?
Giulietta risettiti, 'scuta a me, oramai eni troppu scuru, 'a genti dommi!
Romeu cettu chi sini propriu ‘nu ‘nnamuratu 'ntipaticu!
Mi facisti veniri sonnu, uffa!
Bonanotti e ‘stuta ‘a luci quannu ti curchi!
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Rita Vieni

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni

'NA JURNATA DI SULI

In ammirazioni di un jornu caudu, vidu arvuli tinciuti da lu suli, fogghi cuncatinati sutta a l’occhiu di lu celu e sentu 'i mani di la luci chi ‘ccarizzunu ‘sta peddi fina.
Lu culuri di ‘stu tettu rutunnulu eni vivu, sgargianti, ci vidu picca negghi e ali niuri vulanti, ‘ntantu, mentri lu ciauru ‘nta l’aria si cunfunni cu la vita di tutti li jiorna, iò spalancu la porta chi mi porta a vigghiari.
Lu ‘bbajari fistusu di li cani, si perdi ‘nto silenziu ammuttutu e li petri si scurdaru di la genti chi un tempu si sittò e quadiò!
Mi scordu di peni e vaji, mi scordu di l’ affanni e miserii, campu cu la cuntintizza chi china di suspiri si ‘rriposa o’ bisolu di ‘na casa furtunata.
Mi scordu cca a Mirtu, di cuntrullari lu decurriri di lu tempu, ‘nto mumentu di dilettu chi trova risettu ‘nto godimentu a la luci di ‘nu viviri semplici e chiaru, o’ funnu di l’ arma murtali ‘ccumpagnata di li gioii e di li dogghi.
Eccu, ‘na jurnata di stati ‘nto paisi ‘n cullina, virdi naca di ciuri e frutti di la terra, a guardia di la me vita!

Rita Vieni

UNA  GIORNATA DI SOLE

Gli alberi in questa giornata assonnata guardano al cielo mentre l'aria intorno accarezza lieve la pelle tiepida al nuovo giorno.
L’azzurro del cielo solcato da nuvole e ali, invita all’agire.
L'abbaiare festoso dei cani, si perde nelle strade percorse da nessun viandante, solitarie osservano i sassi e il ricordo d’orme.
Sorrido nell'allegria del cuore e il cielo partecipa sornione, le nubi di un giorno luminoso in riposo, mi osservano e il loro tacere induce sospiri.
Nel silenzio di uno spazio limitato, quasi magico, ah qual dolce riposo, le ombre accanto, nei chiari scuri dell’animo!
Alzo gli occhi, scruto il vestito del cielo: ecco la luce nel mio giorno d’estate!

Rita Vieni



Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni



Ricordi di un vicolo stanco

   Uno strano ingordo silenzio, vedo passarmi accanto. Esso beve dalla mia acqua e si disseta al freddo di un dicembre placido perché non...