domenica 21 dicembre 2014

BENVENUTO INVERNO

Un improvviso inquieto.
Il vento sferza e spazza,  nubi in fuga in corsa lontani da tuoni e fulmini.
Come è forte il rumore del cupo bubbolio e la luce fredda al tatto!
La pioggia scroscia, il vento ulula, la stradina s’inonda ed io guardo il mio mondo inerme, piccola al tutto circondato da un indifeso orizzonte.
Il mio giorno d’inverno, vestito con le stelle del cielo, profumato dal manto piovoso, attraversato da ciò che mai m’aspetterò, dileguato al giorno a venire.
Io e il freddo umido in una collina pregna di vita, d’amore e tradizioni.
Benvenuto inverno, tra i profumi dei funghi e d’erba nel piccolo perfetto definito personale.

Rita Vieni

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni.




gif natale animata

SCRIVO

Io scrivo del mio quotidiano, scrivo di pensieri, di riflessioni, di svolte agli angoli delle occasioni.
Io scrivo della mia vita con i suoi toni, da quelli forti a quelli smorzati, a quelli brevi e fratturati.
Scrivo di me in pagine colorate nel bianco e nero degli anni. 
Scrivo in attesa di un epilogo, in attesa di quel giorno vicino lontano, di un attimo buio alla luce di un giorno uguale e diverso.
Scrivo per lettori distratti, attenti o non interessati, scrivo senza interiezioni e segnando pause e riflessioni.
Io scrivo e la luce di questo dì cambia prospettiva mentre fuggono gli istanti tra questi tasti minuscoli!
 
Rita Vieni



Foto web

DOMANI E' UN ALTRO GIORNO



Ancora una fermata presso la dimora della vita assorta alla visione mai uguale della luce, delle ombre, dei riflessi quotidiani.
E’ sera, mentre tutto tace ai rumori del giorno, il momento si lascia visionare, in compartimenti interni ed esterni, tirando somme dal fiato in gola.
Ansie per i figli, per i genitori, per la lotta quotidiana del vivere, eccoli giungere alla propria stazione: fine corsa del giorno!
Anziani in attesa del sonno, giovani dalle tasche vuote in attesa del futuro e i tanti altri, come me ad esempio, al pc a scribacchiare senza inchiostro.
E intanto è sera, la notte sempre più oscura, chiude il sipario…
E poi, a ognuno il silenzio d’appartenenza.
E poi…
E poi i sogni e poi il sorriso, dei tanti desideri realizzati che rivivono attraverso uno stato incosciente sveglio alla ragione.
E poi le inquietudini, il riposo assomiglia ad una forzatura perché mente e corpo litigano in una contesa senza vincitori e vinti.
E poi le paure, una o tante, a ciascuno la sua, per la notte, per il buio, per l’incognita che seguirà.
E poi il vecchio raccontarsi e il nuovo raccontare, a braccio e in pace ai problemi, gioie e timori.
E poi domani sarà ancora, perché domani è un altro giorno!

Rita Vieni



Ricordi di un vicolo stanco

   Uno strano ingordo silenzio, vedo passarmi accanto. Esso beve dalla mia acqua e si disseta al freddo di un dicembre placido perché non...