mercoledì 28 maggio 2014

E ACCENDO I RICORDI...

Spalmo una fetta di pane casereccia con il vissuto d’un tempo, al piacere  e all’ebrezza di dì di primavera, esposta alla calura tiepida e gradevole in una natura campestre.
Ah l’armonia figurante, ah il sapore del respiro di un’aria carica di profumi che inondavano e ostruivano i condotti dell’olfatto.
Io li assaporavo come nettare d’api!
Viandante per i sentieri che percorrevo in un’allegra corsetta, a volte ruzzolando, le discese e le salite in un girotondo di risa in compagnia di rane che dalla vasca vicina “Gebbia” ( Vasche in pietra), gracidavano all’incursore molesto.
E via alla caccia ai girini, con un ondeggiare d’acqua morta con il muschio aderente alle pareti e al fondo scivoloso.
Anche con le pietre piatte ad increspare la superficie ho giocato!
La meta è oltre in altri campi in un posticino particolare, vicino ad un rio a giocare con l’argilla.
La mia fantasia con ali variopinte, diviene padrona del mondo!
Beh i ricordi son tanti della mia fanciullezza colorata e sbarazzina, provo tanta nostalgia al ricordo e ai visi che la accompagnano!
Consumata la fetta di pane, ritorno sazia su questa collina, in un posticino in alto al sole, circondata dall’azzurro del cielo!

Rita Vieni





Ricordi di un vicolo stanco

   Uno strano ingordo silenzio, vedo passarmi accanto. Esso beve dalla mia acqua e si disseta al freddo di un dicembre placido perché non...