Quanto lontano udire il rumore del
mare, fredda sabbia al tocco sentire
adesso che lontano lo sguardo che
silente si copre dal velo d’acqua.
Quanto in ricordo in veste di nostalgia,
il canto, la furia immolata al cielo,
gli scogli erosi d’abbraccio d’amante.
Rimembro ed amo quella vista che mai
d’appagare paga, quella voce di
melodia ancestrale incamerare di
alveoli nutriti d’amore vero.
Adesso taci agli occhi, il murmure
respiro a scacciare l’aspro
gemito,
rauco d’impotenza!
Rita Vieni
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni