lunedì 20 marzo 2017

Amicizia

Una nuvola pigra e leggera si avvia lentamente verso limiti direzionati dal leggero venticello primaverile.
L’aria tersa, il mare infinito, il cielo sereno, rappresentano uno scenario che appaga e fa sospirare dentro la sfera che ossigena i pensieri vagabondi.
Due viandanti eseguono di rito i soliti passi calmi in un ordinato tragitto che ogni tanto è oggetto di meraviglia e sicurezza.
Le loro menti comunicano al pari delle voci, i suoni si incontrano lieti e meravigliati nello scorrere ordinato del tempo nel tempo che esse si concedono ogni giorno alla medesima ora.
I cuori corrono verso le emozioni suscitate dalla cristallina mattina, le onomatopee si avvicendano tra loro, ora in fru fru sbarazzini, ora in voli senza paure, ora ai rintocchi scanditi che attraversano paesi e approdano ad orecchie vispe e attente.
Tutto, tutto conduce ad una trama che scalpita, ha voglia di scoprirsi e scoprire, ha la mano tesa e il piede in fondo alla strada dal terreno macchiato da ruote che corrono verso traguardi di ogni serie.
Il capo incontra la spalla, reclinandosi e orientandosi quasi a voler svelare segreti non più inconfessabili, ascolta il lento e minuzioso sfogliare degli istanti che intrepidi e trepidanti si sgretolano per rinsaldarsi e compattare minuti preziosi: la scoperta di sé è quanto di più prezioso e rilevante agli occhi dell’esterno che appaga l’interno che risucchia e maciulla attraverso gli occhi l’oro inestimabile che è dono comune a chi sa ben saldarsi e fondersi in un connubio simbiotico con il definito adesso.
Si conducono e si plasmano, si incantano e si interrogano, si guardano e ragionano su ragioni false, su ragioni comuni, su ragioni appiccicate da razionalità tiranniche o deboli.
Si chiariscono in una serie di toni ora pacati, ora in corsa, ora silenziosi, ora rispettosi, ora in cerca di conferme e mai titubanti.

Il cammino lungo la collina nel verso non inverso è il senso che conduce e appaga i sensi!

Rita Vieni


Ricordi di un vicolo stanco

   Uno strano ingordo silenzio, vedo passarmi accanto. Esso beve dalla mia acqua e si disseta al freddo di un dicembre placido perché non...