Il mio sentire e dire in questo autunno estivo, sorridente
sulla collina verde muschio, spruzzata
dal caldo marrone rossiccio delle foglie, tra i fiori e alberi quasi
appisolati, respira in sintonia con la natura.
Nel pomeriggio di un giorno d’ottobre, ancora il sole
irradia i suoi caldi raggi, di speranza allietano e soffocano i brividi al
tendersi verso il triste novembre: il
pensiero annuvola il cuore!
Abbandonata nell’aria dal cielo dipinto dal chiaro celeste, satura
di malinconici odori, di errabondi
sporadici insetti, mi avventuro in cerca di luoghi e vita.
Ah come mutano i luoghi alle stagioni!
Al rumore di bimbi, di una palla che corre tra i sentieri
verdi, ora tutto tace, la vista non appaga alle voci, appaga al vedere il
secco, l’abbandono, l’edera viva in piena fioritura, abbarbicata sui muri,
sulle recinzioni, nelle campagne, nei tratti di strada lontana da mani che
possono strappare.
Definirei l’incanto del luogo, scorci naturali di un paesino
carino, in sinestesi con il mio io, adesso silente, poco affabile, luminoso e
generoso.
Ricevo la natura nel mio diario, tra queste parole trova
dimora sempreverde e ricorderà un momento prezioso, cullato dal canto dell’eco
della collina, tra gli ulivi e le lantane.
Il pallore dell’ulivo, il sapore dell’olio mi riportano a
nuovi ricordi, ma questa è un’altra storia da narrare al prossimo appuntamento.
Rita Vieni
Foto web