martedì 1 luglio 2025

Luglio

 Un tiepido fruscio trapassa l'erba incolta ed il suono ovattato di arti in movimento come eco di ritorno.

I passi si arrestano e così i rumori ad essi collegati in un giardino coperto da edera e profumato da alberi inodori.

L'estate accarezza le cime alte e coraggiose di pini, parla al girasole 🌻 smunto per i raggi infuocati, tende l'attenzione verso l'orto dai teneri germogli.

Ovunque il canto incessante delle canterine cicale e l'esercito delle infaticabile formiche impegnate a raccogliere e stipare provviste.

Luglio si presenta così in una collina pacifica, assonnata e senza pretese.

Il cielo blu sopra i tetti rossi si lascia guardare nudo, senza nuvole e senza vento, orgoglioso per i voli pennuti e i cip cip che scorazzano lievi e beati sulle cime e terrazze bagnate dai raggi di un giorno pieno di sé.

Io cammino perché non corro per la via cosparsa di pietre, sassi e incuria mentre infuria la luce che disperde odori, rumori e cacofonie.

L'estate avanza così come la vita!

 

lunedì 30 giugno 2025

La vita

 La vita scorre e così il destino dei molti, dei pochi, di chi alita su un terreno duro e scosceso, a strapiombo sul mare a guardare gli scogli erosi, poco generosi ed ostili.

La vita corre e rallenta, salta ostacoli e inganna con le sue tante apparenze.

La vita allegra, gioiosa e spensierata riserva modi e mezzi, frodi e lusinghe, doni e veleni.

Dietro visi un mondo a colori o un colore appannato e affaticato, insoddisfatto e triste.

Dentro l'anima l'essenza cruda e nuda di chi vuole ancora stare a pieno titolo sul terreno calpestabile.

La vita scorre come una cascata incontaminata, come un fiume in piena, come un quadro idilliaco, come un inganno svelato.

La vita è il grido di un guerriero mai arreso!


Maggio

 

Maggio appisolato e appollaiato

in collina rimira schiere di case

linde dalle facce colorate e ascolta

all’imbrunire le voci pian piano

svanire.

Tutto s’addorme e la luna

tonda e d’argento a sbadigliare

e guardare i tetti con gatti e gechi.

Tende l’orecchio maggio ed ecco il miagolio

che sembra un tintinnio.

Romeo dal dolce cammeo!

Il chiarore si diffonde e il popolo

della notte nel silenzio s’acqueta.

Tutto dorme intorno e dietro le ciglia

il mondo attende e sotto le

ali la libertà freme.

Nel silenzio la collina sogna.

 

Rita Vieni




L'Isola

 

L’isola troneggia sotto un cielo infinito e su terra emaciata anemica e bella, forte di una cruda bellezza e carente di tenere carezze

Infinite storie racconta, stanca e fiera,  posseduta e svilita ma mai vinta.

Sotto stelle e profumi d’agrumi e siepi di fichi d’India circondata da azzurre acque vigila  nel tempo che terrà memoria di tutto e consumerà fertili terreni, acque dissetanti e canti di figli in lontane terre in attesa di baciare sacre sponde e tombe amate.




Dicembre prima del Covid 19

 


Oltrepasso il buio per appoggiarmi sulla luce che serena si sofferma lungo una seduta che si staglia sotto un cielo invernale.

Il fiato si inorgoglisce a tale visione, si alza ad abbracciare il canto muto di note intonate, di affermazioni stonate, di sorrisi sbiancati, di fiati suadenti su menti dalle ragioni in corsa verso fissi itinerari, verso binari placidi ove non odo pantani ma avverto il tempo in corsa senza sosta al traguardo agognato.

Ritta immagino le storie in corso, tremo per quelle perse nella dispersione di anime quasi scordate ma ora rivendicate, con il grido rabbioso nel loro ricordo annebbiato o appena passato.

Quanta intensità su quest’aria incontaminata, su una terra dal terriccio bagnato e asciutto, dal manto marrone muschiato, dalle radici scoperte di vecchi ruderi senza vita.

Mi invita questa esistenza a contemplare ogni essenza, senza tuttavia sfiorare fattezze nel cammino tracciato e avvicinato dal silenzio benevolo che alita senza ledere che acclama senza spingere che loda senza astio e che ama senza chiedere.

Un cielo invernale nuovo nel vecchio luogo stanco di ascoltare senza mutare ciò che ormai inevitabile al cuore, nel declino di vite integre in cammino, nell’attesa di mani e braccia che abbracceranno anche la mia storia.

 

Dicembre 2020

venerdì 29 dicembre 2023

Ricordi di un vicolo stanco

 

Uno strano ingordo silenzio, vedo passarmi accanto.

Esso beve dalla mia acqua e si disseta al freddo di un dicembre placido perché non inquieto.

Lungo il vicolo disseminato d’orme e ombre, si avvia.

 

Questo è l'incipit di un pensiero oramai frequente alla vista e in odore e in sapore di luoghi

cari cozzanti alla memoria che di eternità e in beltà  tengono e incoraggiano memorie.

 

Fermo il respiro adagiato sul grigio manto: l’assolo è melodioso in un canto non tedioso!

 

Indosso ciò che resta e percorro il passo,

spolvero la polvere senza incanto.

Vecchie mura, fredde pietre, muti sassi gettati

alla deriva di un principio che ne decretò la fine.

 

Niente ormai, solo silenzi senza impronte al silenzio ovattato chiuso al buio inargentato.

Al cuore si rincorrono le voci, agli occhi si manifestano gli echi e al tatto si attraversano le stanze e, senza indugio e senza fretta, eccomi dentro il vivo della memoria: pallori e vecchie giunture, pelle diafana e occhi azzurri e bianco e canuto il capo, vivi e belli gli occhi del cielo.

 

Poche memorie, poche visioni, il film è un replay di una pellicola consunta.

 

Rita Vieni

sabato 23 dicembre 2023

Note

 

Note natalizie vibrano nell’area collinare in un inverno al suo esordio e il silenzio intorno, dei dintorni, ascolta lietamente la melodia con l’eco in riscontro.

I rumori urbani vibrano ai muri e il rintocco di un orologio, aggiustato tantissime volte, tocca piacevolmente l’udito.

E’ giorno ormai inoltrato e la luce filtra chiara e calda e si arrampica senza dubbi su pareti colorate.

Mi appresto come di consueto ai programmi della giornata non tralasciando il solito sguardo al cielo, al verde intorno, al quotidiano di un presente che mi rasserena.

Il suo tepore mi avvolge come una coperta calda!

Intanto le note pian piano scemano ed io orfana della musica di un’intonata nenia di cornamuse tiro a me le imposte e rompo un silenzio che non vuole diventare assordante.

Il Natale è ad un passo da me, dietro l’uscio e mi aspetta sereno e vivo.

Amo il Natale!

Così è!


Rita Vieni




 

Giorni di festa

 

Apro gli occhi alla poca luce che filtra dalle imposte e il profumo natalizio mi dà il suo personale buongiorno e, esorta le emozioni a sciogliersi dentro l’abbraccio quotidiano di riti e tradizioni  di un paese collinare dal manto grigio coperto di foglie e di sassi, imbevuto d’anime in cerca di sorrisi parole e gesti benevoli.

La stanza è ancora immersa nella penombra, circondata da pareti colorate in cerca di movimenti e da subito ne avverto distintamente presso le linee un piacevole tepore magico.

Concentro i pensieri e mi avvolgo nella luce risorta.

Guardo ogni tutto con una ipotiposi d’artista e ascolto l’aria frizzante dentro un tepore fuori tempo e miro il paese, ancora silenzioso reduce dalle notti musicali di cuori festaioli, dignitoso nei suoi tempi trascorsi.

Le luci natalizie accese svegliano gli ultimi dormiglioni, mentre pian piano i rumori quotidiani riprendono come consuetudine.

L’umidità notturna segna l’asfalto marcando i passi sottili e l’erba della campagna, bagnata e fredda, intonsa di profumi e gli alberi spogli, tra i rami, gelosamente trattengono a forza le poche foglie sopravvissute.

In questo paesino piccolo e usurato, dalle mura diroccate e preda dell’edera e ai numerosi echi vuoti, risalta e quindi regna il sapore d’antico.

Tante, troppe, le numerose case chiuse e ammuffite vigilanti ai giorni e nelle strade strette e colorate da macchine in sosta, si affacciano molti visi segnati dal tempo.

Natale sta arrivando, Natale ieri è giunto, ormai trascorso e celebrato e non mi resta un riepilogo di tutte le sensazioni ed emozioni che hanno condotto mie ragioni non tralasciando pensieri, opinioni, relazioni e considerazioni.

Alla sera presso il tono allegro e ciarliero di una fiamma avvolta dal calore, guardo il cielo con le sue luci e attendo serena e pacata la fine della giornata.

 

 Rita Vieni





Profumo natalizio

 E' sera e in questo preciso istante rievoco un passato fugace non scolorito dal tempo ma rinverdito dal profumo natalizio che si sprigiona da questa seduta.

QQuanta dolce arrendevolezza alle membra!

Percepisco un languore che precipita sugli arti e rilassa la mente che, si affida a quella sera di fine dicembre (ormai lontana al tocco) e, ripensandoci bene guardando intorno, mi ritrovo seduta nel medesimo posto con postura e sentimenti gemelli ad osservare un buio  illuminato da sfere intermittenti.

Le luci natalizie si stagliavano placide sotto il manto oscuro, il freddo ghiacciava solidificandosi lungo i bordi di una strada poco battuta e le magre voci intorno tagliavano la realtà incurvandosi dentro una collina ormai preda di varie illusioni, di situazioni inclementi, di emozioni latenti, di sentimenti in vetta a generosità prive d'egoismo e i sorrisi, i sorrisi, sgorgati dal cuore parlavano d'amore.

La mia condizione umana mi sollecita a ripercorrere strade consumate per parlarmi di vita spesa e per ammonire da negatività e suggerirmi modi e tempi per non alterare un'armonia che scorre invisibile lungo arti agili e ancora ilari.

Ricordo gli occhi bere da un’assente luce e ascoltare l'aria soave e fragrante e come i canti di Natale, reiterati lungo gli anni della mia crescita.

Essi si catapultavano in mente, saltando e danzando lungo sentieri privi d'erba.

Ancora oggi si arrendono, senza affanno in questo dì d’affanni, di malinconia, di nostalgia.

Ahi, così lontani gli anni ora che li scopro ancora caldi e fumanti, così remota ma viva questa emozione che culmina in un candore senza colpe, così  nitida questa bellezza natalizia!

Non riesco a spiegare ciò che provo, sento un alito di forza stendersi ai miei piedi e correre senza tregua!

Sì al presente e sì al passato presente che come banchetto si offriva ed offre all'ospite partecipando, con  cuore puro, alla magia che la nascita di Gesù sparge in grazia su tutte le genti di buona volontà.

Io amavo ed amo, io vivevo e vivo, allora come adesso l'avvento, la dolcezza percepita e alimentata nel cuore di una bimba ora donna, ora madre che guarda con speranza, con gioia e con umiltà quella cometa che indicherà la via per giungere presso dimore ove dimora la pace nelle mani e la parola nella bocca che grida gioiosamente grazie al Redentore.

 

Rita Vieni




giovedì 5 ottobre 2023

Il dolore

 Il dolore non si insegna ma da esso si impara.

Il dolore non si reprime ma si scopre dalla coltre ove è avvolto e lo si lascia andare pian piano.

Il dolore è la via che apre la strada alla serenità del viandante reduce da un lungo peregrinare.

Si apprezza l'assenza dopo averne aspirato l'essenza!

 

Rita Vieni

 

Tra

 

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e tra l’oggi e l’antico il domani si vendicherà nemico.

Tra la menzogna e la verità, la ragione del mite s’inginocchierà al ghigno beffardo d’una maschera che sorriderà.

Tra lacrime di gioia e lacrime di dolore, la fonte s’asciuga per l’esondazione.

Tra l’emozione e l’indifferenza i muri a scrostarsi dal tempo imperante e tra dubbi e certezze la paura compagna promossa all’esame dei vinti.

Tra l’essere e non essere, il dover essere a debuttare sul palcoscenico sotto la regia del burattinaio e tra il dovere e l’imposizione, il dito puntato senza motivazione  annerito di ogni ragione.

Tra cuore e ragione, intermediario si pone il tempo a colmare i vuoti e i baratri.

Tra il mare e la montagna, la collina che si bagna al sole e al verde intorno.

Tra l’arido terreno incolto, i fichi d’India sorridono fra le spine.

Tra il tra e il mai, un binario morto staziona nell’asfalto dei sensi.

 Rimosso, arato e coltivato dimora in armonia in ogni stagione!

 

Rita Vieni

Luglio

 Un tiepido fruscio trapassa l'erba incolta ed il suono ovattato di arti in movimento come eco di ritorno. I passi si arrestano e così i...