Buongiorno collina e buongiorno novembre.
Un leggero e lento refolo gentile filtra nei tendaggi della stanza e un allegro saluto mattutino, del gallo di turno, giunge non ovattato ai miei sensi desti e già vigili.
I rumori urbani si apprestano alle loro consuetudini ed io, pigra ed indolente, rimando azioni e parole e sorrisi, crogiolandomi nel tepore di coperte avvolgenti.
Chiudo gli occhi ed ascolto l'eco che si aggira e circonda i cinguettii vivaci di ali alate, di pennuti svolazzanti nei tetti rossi e immagino uno stormo lungo e veloce in un azzurro sgombro da tempeste.
Annuso fiori profumati e colorati, tocco i petali bagnati dalla rugiada e stendo lo sguardo verso
rami verdi e spogli rami che attendono le gemme in primavera.
Nel mio silenzio intono un monologo lungo e vivace, intono morfemi acuti e note brevi non aspre e pacate.
Giro il capo e dalla stanza solitaria mi avvio per incontrare il nuovo giorno.
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