mercoledì 4 ottobre 2023

Una storia da narrare

 

Un incipit per una storia da elaborare e da trasmettere ha sempre un esordio incerto.

Esso vaga nella mente, spaurito e sperduto, tenta con parole poco spontanee di attirare attenzioni e partecipazioni attente.

Ma sappiamo che non tutto è facile, non tutto sorre su binari tranquilli, su mari non in burrasca, su superficie lisce.

Le parole non seguono pensieri chiari.

Si scrivono e si annullano nella ricerca spasmodica di argomenti, di tesi, di vicende, di tutto e di niente.

E poi, poi, la mente si rilassa, gli occhi indagano e sondano attenti e vivi perché conoscono i tasti da digitare.

E’ un tranquillo pomeriggio di settembre e tutto non tace.

La televisione trasmette la solita commedia di Natale (lo so, lo so siamo in autunno ma, le storie sotto gli alberi innevati e il manto bianco e Babbo Natale compiono sulla me ancora bambina una magia che non conosce tempo) e fuori il cielo sonnecchia pigramente in una stagione dai colori aranciati e dal profumo di mosto sprigionato dai tini in fermentazione.

L’autunno ha il sapore di vino di vigne sicule, vigne dal colore nutrito dal sole splendente e da una terra forte e generosa.

Il viola scuro ricorda antichi baccanali, danze succinte e vizi e fasti.

Il giallo ricorda l’afa e colline dai pendii verdi e piene di fichi d’india.

Serenamente guardo i dintorni e le sagome e i fruscii e l’insieme degli elementi che compongono un puzzle naturale e straordinario.

La realtà di questo tutto mi rasserena!

Adesso il nero predomina, le tinte azzurrine spodestate dai toni scuri e profondi.

Quando scende la notte mi ritrovo a vagare con le pupille non stanche dietro i vetri della finestra in cerca di ombre per immaginare nuove storie e nuove parole.

La calma appartiene a pareti chiare e accoglienti ed io distesa (ormai è un rito) su di un comodo lettino ascolto il lento scorrere del tempo e mi avvio (modo di dire) verso il mio domani.

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