lunedì 30 giugno 2025

Dicembre prima del Covid 19

 


Oltrepasso il buio per appoggiarmi sulla luce che serena si sofferma lungo una seduta che si staglia sotto un cielo invernale.

Il fiato si inorgoglisce a tale visione, si alza ad abbracciare il canto muto di note intonate, di affermazioni stonate, di sorrisi sbiancati, di fiati suadenti su menti dalle ragioni in corsa verso fissi itinerari, verso binari placidi ove non odo pantani ma avverto il tempo in corsa senza sosta al traguardo agognato.

Ritta immagino le storie in corso, tremo per quelle perse nella dispersione di anime quasi scordate ma ora rivendicate, con il grido rabbioso nel loro ricordo annebbiato o appena passato.

Quanta intensità su quest’aria incontaminata, su una terra dal terriccio bagnato e asciutto, dal manto marrone muschiato, dalle radici scoperte di vecchi ruderi senza vita.

Mi invita questa esistenza a contemplare ogni essenza, senza tuttavia sfiorare fattezze nel cammino tracciato e avvicinato dal silenzio benevolo che alita senza ledere che acclama senza spingere che loda senza astio e che ama senza chiedere.

Un cielo invernale nuovo nel vecchio luogo stanco di ascoltare senza mutare ciò che ormai inevitabile al cuore, nel declino di vite integre in cammino, nell’attesa di mani e braccia che abbracceranno anche la mia storia.

 

Dicembre 2020

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