Le nuvole si condensano tra le mie dita, scure, lente,
minacciose, si avvicinano alla collina fredda
tinteggiando l'infinito del definito, scandito da rintocchi leggeri e
brevi, nel silenzio della stanza.
Acuisco, dalla luce morente, l'avanzare del buio,
tendo le dita e sfioro la sera che pian piano scivola sul panorama invernale.
Dimora la mia vista sulla cartolina animata, sulle
luci intraviste e fisse nelle montagne lontane, sul mare scurito dal cielo
annuvolato, dal chiarore di un buio presto oscurità.
La chioma, lasciata alla fredda carezza di un inverno
morente non sconfitto, scivola immobile sulle spalle e riposa tranquilla e gli
occhi chiudono al profumo chiaroscuro, toccando un desiderio nell'impossibile
azione che segue itinerari pilotati e placidi.
Rita Vieni
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