Una
nuvola pigra e leggera si avvia lentamente verso limiti direzionati
dal leggero venticello primaverile.
L’aria
tersa, il mare infinito, il cielo sereno, rappresentano uno scenario
che appaga e fa sospirare dentro la sfera che ossigena i pensieri
vagabondi.
Due
viandanti eseguono di rito i soliti passi calmi in un ordinato
tragitto oggetto di meraviglia e sicurezza.
Le
loro menti comunicano al pari delle voci, i suoni si incontrano lieti
e meravigliati nello scorrere ordinato del tempo nel tempo che esse
si concedono ogni giorno alla medesima ora.
I
cuori corrono verso le emozioni suscitate dalla cristallina mattina,
le onomatopee si avvicendano tra loro, ora in duetti
sbarazzini, ora in voli senza paure, ora ai rintocchi scanditi che
attraversano paesi e approdano ad orecchie vispe e attente.
Tutto,
tutto conduce ad una trama che scalpita, ha voglia di scoprirsi e
scoprire, ha la mano tesa e il piede in fondo alla strada dal terreno
macchiato da ruote che corrono verso traguardi di ogni serie.
Il
capo incontra la spalla, reclinandosi e orientandosi quasi a voler
svelare segreti non più inconfessabili, ascolta il lento e minuzioso
sfogliare degli istanti che intrepidi e trepidanti si sgretolano per
rinsaldarsi e compattare minuti preziosi: la scoperta di sé è
quanto di più prezioso e rilevante agli occhi dell’esterno che
appaga l’interno che risucchia e maciulla attraverso gli occhi
l’oro inestimabile che è dono comune a chi sa ben saldarsi e
fondersi in un connubio simbiotico con il definito adesso.
Si
conducono e si plasmano, si incantano e si interrogano, si guardano e
ragionano su ragioni false, su ragioni comuni, su ragioni appiccicate
da razionalità tiranniche o deboli.
Si
chiariscono in una serie di toni ora pacati e
non in corsa,
silenziosi e non
vocianti, rispettosi e
non mai arroganti, ora
in cerca di conferme e mai titubanti.
Rita
Vieni
Nessun commento:
Posta un commento