L’incandescente favilla rossa spezza
il silenzio assordante in una stanza vuota di solitudine, cori generosi
irrompono spezzando l’egoismo antagonista di un generoso dire coalizzato dentro
un sentire non amorfo ma vivido e caldo come lo scoppiettio di ciocchi
sfrigolanti d’armonie.
L’inverno freddo reclama un calore in
sé d’essenza e rigetta rigide forme stilizzate in stalattiti stantii.
Rita Vieni
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