Fuori
è già luce, tagli senza calore entrano posandosi su ogni superficie
respirando e dissolvendo il passato lustrato da occhi famelici e
ingordi.
Ho
assaporato l'abbandono nascondendo ogni affanno, ogni inganno, ogni
buio mistificato da una bugia sorridente.
Adesso
nel presente ascolto assonanze e consonanti, morfemi dolci e rigidi,
cacofonie che come echi avvolgono l'udito rilasciando un retrogusto
di rimpianto e delusione.
Rigide
strade salgono fermandosi in usci chiusi, il rimbombante silenzio
batte e ciarla nella prosopopea di perifrasi che hanno un unico
tramite: un paese ormai spoglio!
Volgo
il capo e afferro questo monovolume confezionato su misura e lo
abbraccio con cura, con devozione amandone ogni imperfezione, ogni
sbavatura di tono, accompagnando vibrazioni inodori anestetizzando
timori, incomprensioni, dolori e delusioni.
Assaporo
le montagne intorno, il mare da contorno e il gioco dei cavalloni in
onde invernali che da molto lontano non giungono in rumori schiumosi
ma stimolano gli occhi e i sensi e li guardo e li osservo
alternativamente e sorrido, sorrido e muta, sospiro e ritorno alle
mura colorate che si chiudono intorno e mi invogliano alle azioni di
un giorno qualsiasi di un mese freddo e intenso, breve e lungo nel
suo presente lucido dai freddi raggi inesistenti.
Dalla
collina verde e ricca di poche voci il saluto al dì di vita
accompagna il fru fru di melodie in corsa al tempo mentre ali pennute
si stagliano fiere e nere nel celeste brizzolato di bianco del mio
giorno.
Rita
Vieni