Nessun
suono incrina questo buio definito, questo adesso strutturato e
adagiato su zolle fradice di orme, di presenze vive e attive, di
passi arresi, arrestati precocemente o lentamente, spenti al tempo.
Nessun
suono incrina superfici piatte, squadrate dentro colori scuri e caldi
al freddo di un inverno poco clemente, dormiente, quasi fosse una
lumaca che avanza e non arriva al traguardo se non dopo lungo
peregrinare.
Nessuna
luce incrina questo spazio allocato sull'oscurità viva, fumante di
respiri quasi assopiti, di intervalli spalmati su coperte intrise di
vite.
In
questo spazio di non suoni, odo il battito lento e forsennato del mio
cuore, come una litania batte e batte e chiama e richiama a sé una
dolce verità: Respiro la collina mentre dolcemente mi arrendo al suo sapore!
Rita Vieni