Il mio mattutino albore nel paese natio, si desta nel riso del sole, nella cascata limpida di fontanelle, negli effluvi di fiori, nei suoni allegri dei viandanti uccelli, nella vita intorno, tra cielo e terra rorida di frutti, nelle verdure degli orti generosi, nella voce dell’ortolano carico di speranza.
E alla speranza dell’albeggiare che l’animo s’affresca nei freddi colori, s’incunea negli arcobaleni vitali dei nuovi dì, tra miserie e dolcezze, tra nobiltà e decadenza, tra ipocrisie e verità.
Nel paese, ogni suono non ammutolisce, percosso dalla gioia d’essere vitali, in agire non stanco, dai passi procaci di chi vuol ben costruire.
Alla speranza, riposta nelle siepi di fichi d’India a guardia d’un podere ricco di umiltà spoglio d’erbacce, nudo alle incursioni di gazze ladre, di volpi ingorde, di lupi che sacrificano l’agnello, di cicale canterine saputelle, di leoni che affrontano le zanzare!
Alla speranza in queste mura cigolanti oleate al tempo, baluardo di tesori in memorie antiche, visi e anime cultrici di sapere e onore, in sepolcri anneriti dalla incuria a spasso nei tempi, coperti da culla d’amore.
E nel grido, nei ruderi notturni, di civette, gufi e poiane che il murmure respiro s’adagia e pone se stesso in queste righe, inzuppate non d’orpelli e vezzi ma, dalla semplicità a fronte della luce.
Alla speranza di luminose aurore e in dì pregni d’amore!
Rita Vieni
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni
E alla speranza dell’albeggiare che l’animo s’affresca nei freddi colori, s’incunea negli arcobaleni vitali dei nuovi dì, tra miserie e dolcezze, tra nobiltà e decadenza, tra ipocrisie e verità.
Nel paese, ogni suono non ammutolisce, percosso dalla gioia d’essere vitali, in agire non stanco, dai passi procaci di chi vuol ben costruire.
Alla speranza, riposta nelle siepi di fichi d’India a guardia d’un podere ricco di umiltà spoglio d’erbacce, nudo alle incursioni di gazze ladre, di volpi ingorde, di lupi che sacrificano l’agnello, di cicale canterine saputelle, di leoni che affrontano le zanzare!
Alla speranza in queste mura cigolanti oleate al tempo, baluardo di tesori in memorie antiche, visi e anime cultrici di sapere e onore, in sepolcri anneriti dalla incuria a spasso nei tempi, coperti da culla d’amore.
E nel grido, nei ruderi notturni, di civette, gufi e poiane che il murmure respiro s’adagia e pone se stesso in queste righe, inzuppate non d’orpelli e vezzi ma, dalla semplicità a fronte della luce.
Alla speranza di luminose aurore e in dì pregni d’amore!
Rita Vieni
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni